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La ladra di parole
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Daré, Abi

La ladra di parole

[S.l.] : Nord, 2021

Abstract: A Ikati, un villaggio nel cuore della Nigeria, il destino delle donne è segnato: passano l'infanzia a occuparsi della casa e dei fratelli più piccoli, vanno a scuola solo per imparare a leggere e scrivere e poi vengono date in moglie al miglior offerente. Ma la quattordicenne Adunni è diversa: ama studiare, scoprire parole nuove per dar voce ai propri pensieri, per capire il mondo, per immaginare un altro futuro. E sogna di diventare maestra, di spiegare alle bambine come, grazie all'istruzione, possano liberarsi della miseria, guardare lontano, cercare la loro strada. Un sogno che però sembra infrangersi la mattina in cui il padre le annuncia di averla promessa a Morufu, un uomo molto più vecchio di lei e con già altre due mogli. Adunni sa che la sua famiglia ha un disperato bisogno dei soldi di Morufu, eppure non si arrende, nemmeno dopo aver compiuto il suo dovere di figlia, nemmeno dopo che una tragedia la obbligherà a scappare a Lagos, dove diventerà la serva di una donna prepotente e crudele. Anche nell'ora più buia, Adunni saprà trovare parole di coraggio e di speranza, parole che le daranno la forza di trasformare il suo sogno in realtà... Un romanzo che esalta tutte quelle donne che ogni giorno lottano per un mondo più giusto. Una storia drammatica ed emozionante, che svela una realtà umana e sociale sconosciuta a molti...

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Utente 26091
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Titolo La ladra di parole
Autore Abi Darè
pagine 360
genere Narrativa sociale

Copertina.
Il disegno della copertina contiene molti spunti: libertà di pensiero, di condizione umana e di riscatto. L’albero mostra tutti i ragionamenti, tutti i sogni e tutte le avventure accadute alla protagonista, che nonostante tutto, continua a voler immagazzinare più informazioni possibili, per far poi uscire dalla bocca, ragionamenti sempre sensati e profondi. Lo sfondo giallo lo si può attribuire al sole che da quelle parti batte come un martello, il profilo è quello della giovane donna/bambina.

Il racconto di questa storia, nonostante abbia delle caratteristiche che
non ho mia incontrato, è in prima persona.
Il POV in prima persona, è d’impatto, è emotivamente coinvolgente,
infatti l’autrice fa parlare questa bimba sposa, poi questa bimba schiava, poi questa bimba che vuole pianificare il suo futuro.

Alcune immagini, descritte con parole schiette e semplici scene, sono profonde, arrivano all’animo di chi legge. Perché alcuni argomenti da questa parte del mondo non vengo affrontati con perizia e consapevolezza, ma solo in alcune rare occasioni, invee la dura realtà delle spose bambine esiste ancora in alcune zone del piante. Poi i capitoli scorrono e la protagonista, da sempre impertinente, curiosa e combattiva, la vede coinvolta in una schiavitù moderna, dove tutti sanno, ma nessuno fa nulla, perché a tutti fa comodo così, che una parte di popolazione venga ancora sottomessa a maltrattamenti e sopprusi, nonostante la legge lo vieti.
Però c’è anche la leggerezza della prima gioventù, quella ingenua, quella
fresca e spensierata.

Da quello che ho scritto sembra un romanzo pensate, ma no lo è affatto, perché la scrittura, nonostante la particolarità, scorre e porta sempre alla pagina successiva, ti conduce fino all’ultima riga, dove dici addio
ad Adunni, la protagonista.

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