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Abstract: La fotografia è sempre stata un oggetto teorico dispettoso: paradossale e sfuggente. Da un lato il suo rapporto con la cosiddetta realtà, dall'altro il suo controverso statuto estetico, e su tutto il suo enorme valore sociale. Una sola cosa si può dire con assoluta certezza: produce senso. Un punto di partenza per questo libro, che ha come obiettivo descrivere i meccanismi che lo rendono possibile, indagando la relazione che si istituisce fra visibile e intelligibile. È un'altra semiotica della fotografia quella che qui Floch teorizza e mette in pratica, che non va a caccia di essenze ma di dispositivi, lasciando che emergano dalle immagini. Cinque capolavori la cui analisi diventa non una caccia ai significati, ma una teoria del fotografico: "Fox-terrier sul Pont des Arts" (1953) di Robert Doisneau, "L'arena di Valencia" (1933) di Henri Cartier-Bresson, "Il ponte di terza classe" (1907) di Alfred Stieglitz, "La cancellata bianca" (1916) di Paul Strand, "Nudo" (1952) di Bill Brandt. In appendice, un saggio che, discutendo a proposito di un museo della fotografia, solleva una questione attualissima: l'esposizione, e dunque la visione, delle fotografie.
Titolo e contributi: Forme dell'impronta : Brandt, Cartier-Bresson, Doisneau, Stieglitz, Strand / Jean-Marie Floch ; a cura di Dario Mangano
Pubblicazione: Milano : Meltemi, 2018
Descrizione fisica: 124 p. : ill. ; 21 cm
Serie: Biblioteca/semiotica ; 1
EAN: 9788883537806
Data:2018
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)
Paese: Italia
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Biblioteca | Collocazione | Barcode | Stato | Prestabilità | Rientra |
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Cernusco Lombardone | 770.1 FLO | CER00020574 | Su scaffale | Prestabile |
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